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Macchie tra storia e di mare
- 17 Ottobre 2020
- Pubblicato da: Francesco Angiulli
- Categoria: Natura
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Oggi vogliamo regalarvi il racconto di una piacevole mattina di ottobre in vostra compagnia sulla costa di Capitolo a sud di Monopoli. Una costa rinomata per il suo mare cristallino, le sue incantevoli calette ma che racchiude in sé la Storia di luoghi e di uomini; storie che a noi di Serapia piace sempre ripercorrere e raccontarvi. Tutto questo Maria Teresa, una nostra nuova amica e follower, lo ha egregiamente descritto: sensazioni ed emozioni di questa mattinata trascorsa insieme a noi tra storia e natura che qui vogliamo condividere con voi. Grazie Maria Teresa!!! Ti aspettiamo ancora per scoprire altri gioielli della nostra meravigliosa Puglia.
Macchie tra storia e di mare
(di Maria Teresa Spota)
Il mare brilla alle 9.30 quando raggiungiamo il punto di ritrovo: Torre Cintola.
Una torre che sembra uguale ad altre sulla costa e nell’entroterra pugliese, eppure…
Eppure il mare calmo di metà ottobre profuma di sale e di mattino, di fresco e di pulito.
La costa del Capitolo si stende sulla nostra destra come se allora allora si stesse svegliando, un po’ indugiando, è sabato dopo tutto.
Arriva Francesco, la nostra guida, sguardo luminoso, passo veloce e deciso, un uomo a contatto con la terra e gli elementi, penso.
Sorride. Bene. Sarà una bella mattinata.
Arrivano gli altri partecipanti: mascherina sul volto, occhi che cercano serenità in questo momento in cui il COVID ha cancellato la pace interiore nelle vite di tutti noi.
Cominciamo a camminare e, in un attimo, così, ci troviamo a calpestare la via Traiana. La via Traiana, capite? Calchiamo le orme di mercanti, soldati, criminali, artisti, peccatori di quasi duemila anni fa!
Guardo le mie scarpe da ginnastica rosa e blu, poi i solchi della strada, poi le scarpe, poi ancora la strada.
Sto vivendo la storia ed il sole brilla ed il mare profuma.
Che bella decisione ho preso: questa escursione mi sta emozionando già.
Continuiamo a camminare. Una chiesa rupestre immersa tra pini ed ulivi appare e si mostra alla nostra curiosità.
Era li’, è sempre stata li’, quando raramente mi capitava di andare nei lidi del Capitolo, eppure…
Eppure entriamo uno ad uno rispettando le distanze e ci facciamo trasportare dalla fantasia.
L’occhio di Dio che punta l’oriente e veglia su sui pellegrini che partono per la terra santa.
L’occhio di Dio, capite? Cioè, non so se mi spiego: ero lì, un’ora prima che mi gustavo la crema pasticcera di un cornetto comprato al volo nella stazione di servizio subito dopo Mola sulla strada per Monopoli ed ora contemplo le crociate, i pellegrini che solcano il mare per raggiungere Gerusalemme, odori di spezie, incenso, sudore, umori.
Francesco ci fa segno, andiamo avanti, verso il mare, attraverso il verde, e risalendo la costa, mentre qualche bagnante si immerge nell’acqua verdeazzurra, ci inoltriamo nella macchia mediterranea.
“La macchia mediterranea è uno dei principali ecosistemi mediterranei (…) trattasi di una formazione vegetale arbustiva costituita da specie sclerofille “, ecc. ecc., dice Wikipedia. Tutto ciò si insegnava anche a scuola, me lo ricordo.
Ma, signori miei, l’emozione di “sentirla” con tutti e cinque i sensi la macchia mediterranea????
Francesco, deciso, svolta a destra, poi a sinistra, uno slalom tra isole di arbusti. Sembra un navigatore esperto, la nostra guida, ci sta aiutando ad attraversare il mare, penso, e le isole di quel mare si chiamano lentisco, euforbia, cisto, mirto, rosmarino selvatico, ginestra.
Sono scomparse le auto, la plastica, i rumori, le brutture, la noia.
Ci sono profumi, voli di insetti che cercano nutrimento, colori di farfalle controsole. Tocchiamo le foglie, Francesco ci esorta ad odorare ad assaggiare: ecco contro il palato una foglia che sa di mare, salata, salatissima…scusa Francesco, ho dimenticato il nome… è che ero troppo presa, a guardare il cielo azzurro che a mezzogiorno ad un tratto si è tuffato nel mare ed allora mare e cielo, cielo e mare ed io mi sono distratta pensando a quante sfumature di azzurro e blu ha potuto escogitare il buon Dio.
La costa rocciosa si inerpica severa e ci premia poi con scorci di suggestiva bellezza. I polmoni si aprono, mi avverto respirare aria fresca e pulita.
Piano piano torniamo al nostro punto di partenza attraversando una strada in terra battuta, grandi massi sul ciglio, fertile terra rossa ad entrambi i lati, le lievi colline sulla nostra destra ormai solleticate da eteree nuvole biancogrige.
Prima di raggiungere Torre Cintola celebriamo l’ingegno umano nella raccolta del sale: crateri di cristallo lucente che accoglievano il prezioso contenuto a qualche passo dal mare.
Fame, ora ho fame! Datemi un polpo crudo, ricci odorosi e pesce arrosto.
Grazie Serapia per questa esperienza.